Una versione inedita della leggenda della ninfa del Lago di Carezza - raccontata attraverso gli occhi della ninfa.
Sapete perché il Lago di Carezza è noto anche come il “Lago Arcobaleno”? Se avete letto la versione originale della leggenda “La ninfa del Lago di Carezza” o se perlomeno ne avete sentito parlare, ne conoscerete già il motivo! Questa che state per leggere, però, è una versione assolutamente inedita... ;)
Sulle sponde del Lago di Carezza la sua voce risultava ancora più affascinante, ancora più chiara, ancora più soave di quanto non lo fosse già. Proprio così, il suo canto si librava leggero nell’aria come il vento che avvolgeva le montagne e come le onde che accarezzavano la sua pinna. La ninfa adorava sedersi sulle sponde del lago, intrecciare i suoi lunghi capelli biondi e canticchiare qualche dolce melodia che riecheggiava sullo specchio d’acqua. Nulla le infondeva più pace e più gioia. Sì, quei momenti erano colmi di felicità.
Uno strano giorno, però, ebbe la sensazione che qualcosa fosse cambiato. Il cielo le appariva più cupo, il profumo delle conifere era meno intenso e l’aria era più fredda e più pungente. Alla ninfa sembrava di non essere più sola sulla riva. Poco dopo, infatti, vide comparire in lontananza una figura oscura che la osservava immobile senza riuscire a distoglierle gli occhi infuocati di dosso. Nei giorni a seguire lo stregone di Masarè, è con questo nome che quel vecchio misterioso si era presentato alla sirena, si avvicinò più volte alla bella ninfa cercando di convincerla a seguirlo con parole e con qualche piccolo trucchetto. Ma poiché la ninfa si sentiva a disagio alla presenza dello stregone, appena lui tentava di avvicinarsi lei scompariva dentro l’acqua, lasciando il mago amareggiato sulla riva.
Quando una mattina la bella ninfa fece capolino dal lago, fu sorpresa da un fenomeno stupefacente, il più magico che avesse potuto osservare durante la sua intera vita da sirena: sopra al suo piccolo paradiso lacustre era spuntato un arcobaleno così luminoso da togliere il fiato. Il fascio di luce risplendeva di colori cangianti come se tutto il rosso, il giallo, l’arancione, il blu e il viola del mondo si fossero riuniti qui di fronte a lei. E come se questo spettacolo di colori non fosse abbastanza impressionante, ad ogni angolo brillavano sfarzose pietre preziose. La sirena rimase incantata da questa magia luminosa che sovrastava il suo lago! Ma cos’era quell’ombra laggiù? Gli occhi della ninfa avevano visto bene? Il cuore della sirena non si stava sbagliando? Il meraviglioso spettacolo che le era apparso davanti agli occhi era davvero solo l’ennesima trovata dello stregone malefico? Quando sorprese l’essere maligno mentre si nascondeva guardingo dietro un albero, capì che era stato lui l’artefice di tale incantesimo e che l’unico scopo era quello di rapirla. Delusa, arrabbiata ed impaurita la sirena si tuffò di nuovo nell’acqua e si ripromise di non emergere mai più in superficie per il resto della sua vita: il mondo era diventato troppo malvagio! Mentre scossa dalla paura nuotava per raggiungere il punto più profondo e buio, gioielli e frammenti colorati di arcobaleno caddero improvvisamente nel lago facendo scintillare l’acqua che circondava la ninfa e tutti gli altri abitanti degli abissi. Fu così che la sirena del bellissimo “Lago Arcobaleno” non sentì più il desiderio di uscire fuori dall’acqua ad ammirare il lago.