Bletterbach autunno alberi Corno Bianco | © Geoparc Bletterbach/Christian Weber
La gola del rio Bletterbach ad Aldino: Un libro di storia dell’altro tipo
Lara
Autore Lara Sinner
Tag Natura & sostenibilità
L’ora d’interrogazione delle Dolomiti

Un libro di storia della terra per grandi e piccoli

"Perché in Val d’Ega le montagne sono così pallide?“, "E perché qui ci sono montagne così alte e da noi no?“, "E, dimmi papà, le montagne le hanno costruite gli uomini di un tempo?“ Il nostro piccolo Willi ha cinque anni ed è in piena fase dei perché. E ogni anno che trascorriamo le vacanze in famiglia in questa zona, cresce il suo interesse per la Val d’Ega e per i monti pallidi, che poi sarebbero le Dolomiti. Nel frattempo siamo in grado di rispondere abbastanza bene alla maggior parte delle sue domande, ma per alcune la risposta preferiamo mostrargliela, perché…

Le immagini dicono più di mille parole

Oggi, dunque, apriamo un libro (per così dire) molto speciale che potrà rispondere a (quasi) tutte le domande di Willi sulle montagne, o almeno su quelle che sorgono spontanee qui in Val d’Ega. "Mamma, da quanto tempo sono qui queste montagne?“, chiede Willi assumendo un’espressione interlocutoria. "Lo vediamo subito, Willi“, gli rispondo e apro il libro alla prima pagina. Lì si vede un bosco tranquillo con un sentierino che lo attraversa e che scende leggermente, non troppo. Poi notiamo una scala, fatta di grossi massi all’inizio che poi, più in basso, diventa d’acciaio. Sulla sinistra già si affastellano le prime grandi rocce, dopodiché, alla pagina seguente, vediamo un torrentello, che pur essendo di dimensioni molto ridotte, o forse proprio per quello, scorre tumultuoso dentro il suo letto di pietre. Solo quando osserviamo l’immagine nel suo insieme, notiamo che su entrambi i lati del letto del torrente s’innalzano pareti rocciose "altissimissime“(come dice Willi). Sono davvero impressionanti, "alte come tutta la nostra famiglia se ci mettiamo uno sopra all’altro, e anche di più!“.

Delle torte e dei toupet

Continuando a sfogliare, il torrente cresce e si allarga, a tratti lambisce le pareti rocciose come se volesse accarezzarle, poi torna a scorrere esattamente nel mezzo del suo letto. E le pareti ai suoi fianchi si fanno sempre più alte: "Sono alte come il cielo!“, esclama Willi pieno di meraviglia ed è impaziente di guardare la prossima pagina. Lì il letto del rio si presenta molto largo, ma questo è un dettaglio che passa subito in secondo piano, perché adesso è la parete rocciosa ad attirare tutta l’attenzione: infatti, il suo colore non è più solo grigio chiaro e bianco, ma è tutta colorata! "Guarda papà, assomiglia alla torta che la nonna ti ha fatto per il tuo compleanno!“ e in un certo senso ha ragione. Sulla parete rocciosa che vediamo davanti a noi, si alternano tanti strati di colori diversi, dal marrone scuro al rosa chiaro, dal grigio al bianco, con tonalità più scure e più chiare. "E il bosco lassù in cima assomiglia a quella cosa che il nonno porta in testa, solo in verde!“, se la ride Willi, all’idea del nonno con una specie di toupet verde in testa. E ridacchiamo anche noi, perché il nonno non lo troverebbe affatto divertente, se sapesse che tutti sanno che quello che ha in testa non sono i suoi veri capelli…

Dai tempi dei dinosauri a oggi

Ci mettiamo di lato per qualche minuto a osservare attentamente la bella torta di roccia e il toupet di bosco, e i fiori colorati che crescono sulla nuda pietra come se qualcuno ce li avesse disegnati sopra col pennello. Poi continuiamo a sfogliare il nostro libro e, sebbene il letto del rio e le pareti rocciose siano sempre lì al loro posto, a ogni pagina appaiono in modo diverso. A tratti l’acqua si espande e a volte sparisce quasi del tutto scorrendo lungo i fianchi rocciosi come fossero le pareti di una doccia. "Secondo me le pareti rocciose e il torrente in qualche modo devono stare insieme!“ "Sai Willi”, gli spiego, ”in effetti vivono insieme in questo luogo già da tantiiissimo tempo. Non puoi nemmeno immaginarti da quanto, e nemmeno io e neppure la nonna e il nonno!“, e lui mi guarda e pensa che dev’essere un tempo davvero lungo, se nemmeno il nonno può ricordarlo! Quando poi gli dico che tutto quello che vediamo nelle immagini ha più di 250 milioni di anni, gli cade la mascella per lo stupore e si perde in fantasticherie su questa quantità di tempo inimmaginabile. "Era prima dei cavalieri?“, mi scruta perplesso; io gli faccio cenno di sì e lui continua a riflettere. "Ma non sarà mica anche prima dei dinosauri, vero?!“ E invece sì, quel tempo risale persino a prima dei dinosauri. E nemmeno a farlo apposta, sulla pagina seguente vediamo l’immagine ravvicinata di un sasso con sopra una piccola impronta lasciata da un sauro preistorico; e sulla pietra accanto osserviamo l’impronta di una conchiglia. Allora spieghiamo subito a Willi, che tanto, ma davvero tanto tempo prima il torrente era un mare nel quale vivevano molti animali, e che alcuni di loro hanno lasciato delle impronte sui sassi – le stesse che oggi ci mostra il libro. Willi è completamente rapito.

Acqua cascante e piccoli umani

Poi, all’ultima pagina, un’immensa e impetuosa cascata precipita giù dalla montagna, tanto che anche noi adulti siamo impressionati dall’energia che sprigiona e che ci porta a pensare a quanto minuscoli e recenti siamo noi esseri umani e a quanto grande e vetusta è la terra. La natura crea il nuovo ininterrottamente e, facendo le debite proporzioni, pare quasi che da qualche parte vi sia seduto qualcuno che schiocca le dita e subito si crea una nuova specie animale, una pianta fiorita mai esistita prima o una nuova tipologia di roccia finora inesistente in quella forma.

In ogni caso, Willi decide che questo libro è il suo preferito. E a dire il vero … sì, insomma, in realtà non si tratta affatto di un libro, ma di una gola. E non la sfogliamo come un libro, ma la esploriamo dal vivo. Attraversiamo la gola del Rio Bletterbach presso Aldino, dove si possono leggere le montagne strato per strato, pietra per pietra. Una gola per certi versi simile a un libro, ma che si è (i)scritta la sua storia e le sue storie da sola.

Bletterbach alberi colorati Vista sul Corno Bianco | © Geoparc Bletterbach/Christian Weber
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