La leggenda del cavaliere del Castello di Cornedo
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Leggende delle dolomiti

La leggenda del cavaliere del Castello di Cornedo

Il Castello di Cornedo si trova a est di Bolzano, all'ingresso della Val d'Ega, una delle fortificazioni più affascinanti e meglio conservate dell'Alto Adige: dall’alto di una ripida collina rocciosa sovrasta Bolzano, la conca delle valli dell'Isarco e dell'Adige. La leggenda del cavaliere del Castello di Cornedo racconta una storia movimentata che ti porta indietro nel tempo, in momenti bui – quando la siccità e la peste avevano colpito questo antico maniera e questa lussureggiante terra. Leggi qui!

Si narra che un cavaliere vivesse con la sua famiglia e la sua servitù in quel castello che era attorniato da campi, pascoli, boschi e vigneti coltivati dai suoi contadini. Il castello era in una posizione strategica: dominava strade e sentieri della Val d’Isarco e della Val d’Ega. Il Signore del castello si sentiva in una roccaforte, invincibile e sicuro di sé. Un brutto giorno la peste colpì queste zone e molte vite umane furono colte dalla “morte nera”. Quelle terre rigogliose e ridenti si erano trasformate in un teatro di morte. 
La Paura regnava ovunque e raggiunse presto anche il castello, in silenzio e in punta di piedi. L'audace cavaliere aveva un nemico senza volto, colpiva a morte senza guardare in faccia a nessuno. Come combatterlo? Si chiuse nella cappella del castello invocando la Madonna e promettendo di fare un pellegrinaggio fino al Santuario della Madonna di Pietralba se la sua gente fosse stata risparmiata da quell’orrida fine.

La “morte nera” aveva trovato un degno avversario, non riuscì a superare le mura del castello, qualcosa di misterioso e invisibile avvolgeva coloro che vi abitavano e li proteggeva da ogni male. A poco a poco la peste si dileguò e la vita normale tornò ai villaggi, gli artigiani ripresero le loro attività, i contadini tornarono ai loro campi. Era come svegliarsi da un brutto incubo. Ben presto però il cavaliere dimenticò le promesse fatte, organizzo feste e tutto ritornò come se nulla fosse accaduto. Il passato era passato. Ma la Morte non dimenticò e venne a riprendersi ciò che era stato risparmiato!! Il castello orami disabitato da tantissimi anni veniva guardato con sospetto dalla gente che per caso passava da quelle parti e che preferiva tenersi al largo da quel luogo in passato ”maledetto”.

Ma in una notte…quelle notti buie e silenziose più del solito, i morti del castello, avvolti nei loro mantelli, a cavallo, tornarono nella loro vecchia dimora, come se fossero guidati da un richiamo irresistibile. In fila ad uno a uno, seguendo lo scheletro del Signore del Castello, si misero in cammino per assolvere in loro voto. Cavalcarono fino a valle, salirono sul monte opposto, attraversando prati e boschi fino ad arrivare a Pietralba e trovare la pace e il sonno eterno nelle loro tombe.

Sciatori in discesa sulla pista Re Laurino - Catinaccio al tramonto | © Carezza Dolomites/Harald Wisthaler
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